INDAGINE CIOCCOLATO'
Mancano i braccialetti, impossibili i domiciliari
I rapporti tra il «Re dei mercatini», l’imprenditore Francesco Ferrara, e il suo presunto «braccio destro», Paolo Madoglio, erano «tutt’altro che sporadici», tanto che gli investigatori hanno trovato diversi messaggi in cui i due «parlano di azioni minatorie verso terzi» e nella quali il secondo «mostra la disponibilità di armi»: lo scrive il gip
Giorgia De Palma, respingendo l’istanza di revoca o sostituzione della custodia cautelare in carcere presentata dall’avvocato Edoardo Carmagnola, difensore di Madoglio. Lo stesso giudice ha detto no anche l’istanza depositata dal difensore di Giacomo Lo Surdo, l’avvocato Domenico Peila.
Così, le uniche modifiche alle misure cautelari erano arrivate dal tribunale del Riesame – presidente e relatore Stefano Vitelli – che ha concesso i domiciliari a Salvatore Spera (avvocato Rocco Femia); Romeo Rocco Natale
(avvocato Manuel Perga); Francesco Onofrio ( avvocato Alessandro Paolini); Gregorio Voci (avvocato Chira Vittone); e, qualche giorno più tardi, anche ad Antonio Masotina (avvocato Cosimo Palumbo ). Dopodiché, Natale, Onofrio e Masotina sono ancora in carcere, per uno dei grandi classici
italiani: con i domiciliari, i giudici del Riesame avevano infatti disposto «l’applicazione del braccialetto elettronico», cui gli indagati avevano prestato consenso. Ma gli oggetti in questione, al momento, non sono disponibili, come avviene sempre più frequentemente.
In custodia cautelare in carcere resta sempre Ferrara – difeso dagli avvocati Demetrio La Cava e Attilio Molinengo – che nei prossimi giorni potrebbe essere interrogato dal pubblico ministero Manuela Pedrotta, che coordina le indagini della Sezione investigativa di Torino dello Sco (il Servizio centrale operativo della polizia). Nell’ambito di un quadro che – sempre secondo il gip – resta preoccupante, nelle valutazioni riportate nei confronti di Madoglio: «Emerge una rilevante caratura criminale, nonché lo stabile inserimento in circuiti delinquenziali di elevato spessore, con la disponibilità di armi e la spregiudicatezza necessaria ad usarle». Secondo le tesi difensive, invece, in diverse
intercettazioni, tenore e toni delle minacce sarebbero (anche) il frutto di millanterie ed esagerazioni. Sullo sfondo, ci sono pure i contatti con gli uffici comunali, nei quali Ferrara e Madoglio si recavano per avere informazioni e discutere dei bandi sui Mercatini di Natale e Cioccolatò.